Avete mai percepito i frammenti dell’ultima scena di un film indugiare nei vostri pensieri per giorni e giorni? Oppure, vi siete mai fermati a riflettere su una vostra idea preconcetta che è stata smentita nel giro di pochi secondi dal lungo monologo di un personaggio?

Di Lauren Gregorio

Queste domande continuano a circolare tra gli spettatori che vedono oltre gli effetti digitali o gli attori attraenti sullo schermo e comprendono la complessità di ciò che il cinema ha da offrire. I film creano comunità e collegano le persone: ci fanno ridere, piangere, ansiosi, arrabbiati ed eccitati allo stesso tempo. Tuttavia, i film sono anche uno degli sfoghi fondamentali per la libertà di espressione, di pensiero e di possibilità. Hanno l’incredibile potere di affrontare una pletora di problemi e contemporaneamente di raggiungere le masse. Mantengono le nostre menti in movimento anche quando non vogliamo.

I film saranno per sempre una grande fonte di intrattenimento, ma questo non è il loro unico scopo. Il cinema e la politica sono indubbiamente collegati. Sì, avete letto bene. Quando leggiamo la parola politica, la nostra mente tende a vagare nell’orbita pensando a politici o diverse tipologie di sistema governativo: argomenti che sono incredibilmente polarizzanti e che semplicemente non sono di interesse per molti. Tuttavia, ci sono molte tante altre sfaccettature. Dalla giustizia sociale agli eventi storici, il regno della politica fornisce un’apertura utile per comprendere perché siamo quello che siamo: proprio come i film che ci costringono a riflettere e analizzare.

Come ha scritto splendidamente Philippe Esnault, “La funzione più evidente – e meno riconosciuta del cinema è pedagogica, quindi politica”. In poche parole, molti film creano una storia allo stesso tempo didattica e divertente basata su argomenti tradizionali o di nicchia dell’ambito politico. Questo viene fatto per influenzare la nostra mentalità e cercare di insegnarci preziose lezioni. Se questa sia una caratteristica del cinema positiva o negativa dipende da qual è vostra interpretazione.

Da Tutti gli uomini del presidente che ha dato il via a un’intera censura conservatrice sulla stampa, a Il sale nella terra che è diventato il manifesto dei lati positivi del sindacalismo, i film, anche quelli vecchi di decenni, sono stati dei propagatori che hanno posto l’accento sul fatto che il “mondo reale” è rimasto una componente predominante nelle loro trame. Per fornire un esempio più recente di un film che ha sfumature politiche, ne citerò che ha fatto incetta di premi durante l’ultima edizione: si chiama Una donna promettente. Resterò per sempre un’accanita sostenitrice di Emerald Fennell, grazie a questo film. Ne ho sentito continuamente parlare al telegiornale, ma ho capito la sua cruda genialità solo mesi dopo la sua uscita. Un toccante racconto sulla misoginia da sempre radicata nella società e le sue implicazioni sulle donne, Una donna promettente mi ha tenuto con il fiato sospeso dalla prima scena fino all’ultima. Va da sé che di fatto la trama non sia troppo credibile, tuttavia, il modo in cui mette insieme finzione e saggistica senza soluzione di continuità è un vero colpo di genio. Così come il potere della donna sul proprio corpo è oggetto di dibattito negli Stati Uniti, allo stesso modo il suo diritto al consenso è messo in discussione ovunque.

Fennell ci offre uno spaccato della dura realtà che affrontiamo oggi: la maggior parte dei casi di violenza sessuale non riguardano più il garantire la giustizia, ma piuttosto ruotano intorno alla strada più facile da percorrere.

Cosa significa questo, vi chiederete? Beh, in questo film, capiamo che i sistemi dominanti hanno molto più potere sulla vittima.

C’è una scena in particolare che racchiude questo messaggio. Quando Cassie ritorna alla sua quasi Alma Mater (aveva lasciato l’università per prendersi cura del suo amico che è stato aggredito), fa uno scherzo malizioso al preside, che in passato, aveva fatto in modo che le accuse contro gli studenti (maschi) che avevano partecipato a questo atto orribile fossero ritirate, sostenendo che avrebbe rovinato il loro futuro.

Loro non avevano forse goduto nel rovinare il futuro di qualcun altro? Cassie racconta continua a raccontare al preside come sia riuscita a convincere sua figlia ad andare ad una festa in quella stessa confraternita in cui c’erano quegli stessi studenti inizialmente accusati. Giustamente, è consumata dal terrore, dimostrando esattamente ciò che Cassie aveva cercato di scoprire: il preside sapeva che l’aggressione era avvenuta, ma non voleva affrontare le sue ricadute sul prestigio della scuola e sui suoi fedeli donatori. Sembra quasi che la storia di Brock Turner sia in questo film.

Per non concludere questo testo con una nota triste, ci sono film che non solo evidenziano un soggetto sociopolitico come questo, ma che aiutano anche a cambiare i comportamenti nella vita reale. Il ruolo rivoluzionario di Tom Hanks nei panni di Andrew Beckett nel film Philadelphia ha aiutato a rompere l’impenetrabile stigma che circonda l’AIDS. Il film ha mostrato quanto una persona possa essere resistente di fronte alle avversità. Pezzo grosso di un potente studio legale, Beckett decide di fare causa quando viene licenziato dopo essere risultato positivo all’AIDS. All’epoca, i discorsi che circondavano l’AIDS non erano altro che vili e omofobiche osservazioni che facevano apparire coloro che risultavano positivi al test come esseri umani inferiori. Questo film ha contribuito a rompere questo impenetrabile meccanismo mentale: dall’assunzione di comparse che erano positive all’AIDS, all’assegnazione del ruolo ad un noto attore eterosessuale per la parte di Beckett, Philadelphia è stato un film di cui si parlerà ancora per i decenni a venire. A mio parere, fornisce l’istantanea di un momento storico, anche se, per coloro che hanno vissuto quell’epoca, significava sfidare i propri pregiudizi interiori e creare lentamente un nuovo schema secondo cui le persone che soffrono di AIDS non sono i cattivi, l’AIDS lo è.

Nel complesso, i film sono il collegamento trascurato che unisce il pubblico a un mondo visuale di immagini ponendo sullo sfondo questioni vitali. Hanno continuato a sfidare la sorte e, in questo modo, hanno aiutato e aiutano a rimodellare in meglio il nostro mondo.