Fulvio Caputo | FONDAMENTA NOVISSIMA | Italia-Venezia
di Fulvio Caputo e Valentina Radi
“Ti è mai accaduto di vedere una città che assomiglia a questa? – chiedeva Kublai Kan a Marco Polo sporgendo la mano inanellata fuori dal balconcino di seta del bucintoro imperiale, a indicare i ponti che s’incurvavano su canali, i palazzi principeschi le cui soglie di marmo s’immergevano nell’acqua”[1], ovvero la città di cui non parlava mai, Venezia, quella città che è tutte le città da cui si deve partire “per distinguere le qualità delle altre”.
Venezia è il luogo delle raffinate ricchezze ambientali, architetturali e artigianali che oggi soffre l’esodo dei propri abitanti. Nonostante le numerose presenze temporanee di studenti e visitatori, infatti, nella città si sta sempre più riducendo il numero di residenti locali che vi vivono in permanenza e che ne mantengono attive le tradizioni. Questione sensibile per l’amministrazione, che sta concentrando le sue scelte verso obiettivi di popolamento anche attraverso opere di rigenerazione urbana come il programma di FONDAMENTA NOVISSIMA. Il lavoro si configura come rilettura della struttura della città lagunare, articolata e omogenea, in cui sperimentare modalità sociali, economiche, culturali e tecniche all’interno del tessuto storico della Serenissima. Guidati dall’ambizione di sviluppare un modello avanzato di ECOQUARTIERE, denominato con il neologismo di ECOSESTIERE, che consenta di creare opportunità di crescita economica e sociale per migliorare la qualità di vita dei residenti, iniziando dall’intervento sugli spazi pubblici.
FONDAMENTA NOVISSIMA, come programma, mostra la prima qualità della resilienza della città, nascendo dalla collaborazione fra pubblico e privato, in quanto promossa da Filiera Veneta, una rete d’imprese nell’ambito edilizio specializzate in interventi a impatto zero. Il programma s’inserisce nel Piano degli Interventi del Comune, attraverso il quale l’amministrazione ha deciso di attivare un processo di consultazione, mirato all’approvazione, delle esigenze della comunità locale e di tutti i soggetti interessati.
La scelta dell’area di intervento, che fungerà poi da modello è l’isola della Giudecca. I primi spazi di lavoro sono ad ovest e sud-ovest, nell’area denominata Giudecca LAB. Questo è il banco di prova per verificare la bontà di scelte progettuali, in termini realizzativi e produttivi, applicate in aree residuali e a edifici abbandonati o sottoutilizzati già presenti. Luoghi che si ridefiniranno nel loro insieme come organismo pulsante di creatività, competenze, motori attivi, in cui si pone attenzione al consumo delle risorse naturali, cibo, acqua ed energia. Con una particolare attenzione allo sviluppo di un ampio parco urbano e l’utilizzo di orti, in cui l’attrattività residenziale sarà prodotta dalla qualità e uso del nuovo paesaggio. Si potrà misurare come la governance privata del processo, insieme al contributo della pubblica amministrazione locale, sarà capace di superare la visione restrittiva e conservativa degli strumenti urbanistici in vigore, e quindi come la scheda tipologica di piano dovrà essere sostituita da strategie che mantengono vitale la civitas, oltre a preservare l’urbs.
Un approccio rilevante è la programmazione del lavoro, le cui tappe si definiscono a lungo termine come programmi quinquennali. A Giudecca LAB, prevista fino al 2025, seguiranno il Piano della Palanca 2025-2030, il Piano del Redentore 2030-2035 e il Piano delle Zitelle 2035-2040: azioni definite in terra e nello spazio acqueo, disegnando ambiti rinnovati e protetti fra Sacca Fisola, Sacca Sessola, l’Isola di San Giorgio maggiore, in un’area che potrà essere attraversata solo da imbarcazioni a remi, vela e natanti dotati di motori elettrici.
Presso Giudecca LAB, definiti il processo autorizzativo e l’analisi delle reti del verde, degli immobili e della viabilità, si procede con azioni concrete nel realizzare un parco lineare e tematico a partire dal Parco Solare presso Sacca San Biagio e seguendo la costa sud dell’isola nella fusione con aree sportive e di studentato, serra, eco parco attrezzato e giardino tematico – strutture di verde e opere specialistiche mescolate a residenze e connesse ad attività culturali e commerciali. Di fatto un unico e grande parco che si distingue per mixité funzionali di edifici immersi in un verde sul taglio di costa, riqualificato e riconnesso in termini di viabilità con la parte nord dell’isola.
Si compone un allungato e ampio polmone naturale, il cui sviluppo longitudinale ha lo scopo di procedere a una rinaturalizzazione dell’area attraverso piccole e grandi azioni come la realizzazione di aiuole verdi e la piantumazione di alberi ad alto e basso fusto. Si lavora anche negli ambiti più privati di Villa, nella definizione di un giardino romantico e nella selezione di nuove specie, nella pianificazione di un frutteto e nella realizzazione di uno stagno artificiale. Una naturalizzazione che unisce un approccio progettuale ecologico alla valorizzazione delle biodiversità e dell’assetto idrogeologico, integrando il benessere fisico della terra e dell’uomo, anche introducendo attrezzature sportive che motiveranno la fruizione e lo stretto legame con i luoghi rinnovati. Ogni nuova architettura è leggera e reversibile, in una più ampia visione di sostenibilità globale dell’intervento.
FONDAMENTA NOVISSIMA è un’esperienza emozionante di crescita ecologica e resiliente che ci narrerà i propri risultati a distanza di lunghi periodi, introducendo un ingrediente fondamentale per la natura e l’architettura: il tempo. Il tempo del pensare, del fare, quello dell’architettura per mostrare la sua qualità; i tempi delle essenze di crescere e rigenerarsi e, per il disegno del parco, quello di riconnettersi ai ritmi vitali del vivere.
Nome progetto | FONDAMENTA NOVISSIMA
Progettisti | C and C architettura ingegneria
Località | Venezia
Committente | Rete d’Impresa Filiera Veneta
Anno | 2016
[1] Italo Calvino, Le città invisibili, Mondadori, Milano, 2012, pag. 87-88

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