Matteo Fiorucci | FRA I MARGINI | Italia-Perugia
di Valentina Radi
Ci addentriamo nella Valle del Tevere in un territorio in cui s’intrecciano storia e bellezza naturale, un luogo di margine fuori dalle rotte più note e per questo mantenuto autentico. Una terra di confine, fra una valle fertile e pianeggiante e la montagna aspra e coperta di boschi, fra confini fisiognomici e culturali che narrano storie tra Etruschi ed Umbri, tra Longobardi e Bizantini, riportando stratificazioni di testimonianze architettoniche ed ambientali compenetrate, che chiedono al nostro sguardo di interrogarsi sulle possibilità di trasformazione.
Modificazioni che richiamino l’origine, nei termini di sintonia e simbiosi con la natura, fra ciò che le tecniche e tecnologie costruttive permettono come adattamento al luogo nello sfruttare appieno il potenziale. Richiamando gli equilibri della campagna, come un atto di costruire per prendere e dare, senza avere paura di incidere sul contesto per ciò che è necessario, nell’ottica di efficacia e minimo impiego di risorse. Lavorando, come evidenzia l’uomo faber Luigi Snozzi, secondo la natura umana dell’operare sul territorio, poiché quando ci si trova al cospetto di un grande albero ed è necessario costruire, non bisogna aver remore ad usarlo per crearne legname da costruzione, ma sarà poi necessario sostituire ciò che si è tolto con un altro valore altrettanto importante.
Difficile compito lavorare nei luoghi in cui hanno operato Giotto, Piero della Francesca, Perugino, Raffaello, Luca Signorelli, insieme ai più vicini, Severini, Dottori, Burri, Pomodoro, Calder e Kounellis, ma con misura e conoscenza si può lavorare FRA I MARGINI concessi dalla natura, dai riferimenti dell’opera in ambito rurale, nella prossimità di architetture urbane che rilasciano definiti perimetri, rispettando una normativa territoriale di tutela agricola paesaggistica che privilegia recuperi e inibisce nuove costruzioni. Si interviene nel luogo con il luogo, lavorando utilizzando le ombre, geometrie chiare e materiali consonanti, che si fanno al contempo sostanza strutturale ed ornamento, nelle opere di recupero e nei possibili ampliamenti.
Tre gli interventi che descrivono alcune possibilità di lavorare FRA I MARGINI nel territorio di attorno Perugia, come residenziale e recettivo, sono il progetto Fontanelle, Stoppiace e Al Sole.
FONTANELLE riguarda il recupero di un fabbricato rurale originariamente allo stato di rudere, in cui il risanamento di alcune parti si accompagna alla ricostruzione delle mancanze e l’inserimento di un nuovo piccolo ampliamento. L’organismo abitativo ha caratteri di costruzione a fortezza, che si adagia sulla geomorfologia del terreno e rivela la sua antica origine dal profilo inclinato della muratura a piano terra.
L’intervento formalmente rispetta le geometrie di sedime, disegnate dalle strutture esistenti e si completa in modo armonico tramite l’uso della pietra che viene applicata ricostruendo una compattezza volumica attraverso la piega del piano massiccio che conclude l’insieme per mezzo della leggerezza di un corpo in vetro e legno. Si ricompone un ritmo formale che non segue gronde o profili, ma scala lineamenti, specchia sagome, e stacca profondità attraverso disallineamenti, contrasti materici, compattezza e porosità, luce e ombre, su cui si modellano i corpi e gli elementi esterni. Tradizione, memoria, consonanza al paesaggio, sono uniti da asimmetria ed efficace complessità ispirate alle morfologie additive che la storia ci consegna.
Un corpo che ricerca il minor impatto ambientale, inteso nell’accezione più ampia, partendo dall’integrazione del costruito con l’ambiente circostante, ricerca di qualità di vita fra empatia percettiva dall’esterno, piacevolezza nel rapporto di continuità fra ambienti esterni e ambienti interni, con attenzione alla sostenibilità ambientale ed energetica nel processo edilizio. Vengono applicate tecniche di progettazione bioclimatica e controllo ambientale, in modo da contenere il fabbisogno energetico del fabbricato cercando di coniugare un recupero filologicamente corretto con l’utilizzo soluzioni efficienti. Le strategie bioclimatiche riguardano l’inserimento di serra in vetro nell’angolo sud-est del fabbricato, dopo uno studio sul guadagno solare e sui flussi d’aria interni, la parete vetrata esposta sul fronte nord-est è stata schermata da frangisole in legno a lamelle fisse. I locali a sud-est prediligono un accumulo termico in periodo invernale. Considerando la rilevanza del gradiente climatico estivo ed invernale, sono state composte strutture massive con forte inerzia termica e capacità isolante.
STOPPIACCE è un lavoro in cui gli interventi sono controllati e misurati sulla pelle dell’edificio, privilegiando una nuova lettura dell’interno. La casa, quando fu acquisita era pronta da vivere, ma la richiesta di migliorare la sua consistenza, significò comprendere cosa mantenere, cosa demolire e come aggiungere per completare gli spazi ristretti e sbilanciati. Si operò togliendo le superfetazioni più dissonanti, modificando sostanzialmente l’andamento del terreno e aggiungendo due corpi di fabbrica, uno ampio per il soggiorno e l’altro con funzione di cerniera per riorganizzare i percorsi in modo fluido. I caratteri rurali richiesti dalla normativa hanno riversato l’attenzione alla definizione di un abitare contemporaneo interno, sfruttando l’uso della luce pervasiva di cui il soggiorno è inondato aprendosi sul paesaggio con una grande finestra semicircolare, e considerando la scala scultorea interna collegamento, fulcro visivo e cerniera tra livelli. Gli annessi, che un tempo erano essiccatoi per le foglie di tabacco, oggi sono stati convertiti in piccole dependance ciascuna con camera, bagno e piccola zona di soggiorno. Filo conduttore del progetto è stato il voler creare una leggera tensione tra antico e contemporaneo, tra superfici ruvide e lisce, tra morbidezza e rigidità, in modo da rendere lo spazio vibrante, in cui i materiali di finitura sono stati interamente disegnati e controllati dal progettista. Ogni materiale è vero, è ciò che appare senza giochi di mimesi o infingimenti. Verità, semplicità e concretezza sono state le parole che hanno condotto il progetto, fino all’organizzazione del giardino. Si è attenti al contenimento energetico, e alla regimentazione delle acque meteoriche accumulate in cisterna e reimpiegate nell’irrigazione del verde pertinenziale.
Il terzo lavoro è AL SOLE, il suo studio morfologico sembra richiamare i modelli di città medievali indagate da Luigi Piccinato. Di fatto è un albergo che si organizza su terrazzamenti sulla sommità di collina che fronteggia Assisi. In precedenza era un rudere di stalla a ridosso del margine in cui la campagna antropizzata si fonde con il bosco, ora sta diventando un edificio a quattro livelli, due fuori terra in cui sono le camere e due seminterrati con i servizi di ristorazione e sale conferenza, aperte sulla Valle Umbra. La copertura degli spazi di seminterrato si unisce al paesaggio, modellandosi informalmente su di esso, con una finitura verde che la rende praticabile. L’edificio vuole essere in continuità con la collina quasi a colmare l’avvallamento, utilizzando elementi in trasparenza nella fascia inferiore, in dicotomia con la parte superiore che adotta un linguaggio vernacolare. Particolare attenzione in tutte le fasi di progettazione è stata riservata al controllo del fabbisogno energetico e dei guadagni solari attraverso soluzioni di progettazione bioclimatica che rendono il fabbricato certificabile come LEED Gold. Altrettanta cura è stata prestata nell’interscambio visivo interno-esterno e nella gestione dell’illuminazione naturale come fonte primaria della percezione spaziale. Il fabbisogno energetico dell’albergo sarà interamente coperto da fonti rinnovabili per quanto pertiene alla climatizzazione, tramite caldaia a biomassa, e da pannelli fotovoltaici per il fabbisogno elettrico. Le acque reflue saranno trattate da un laghetto di fitodepurazione e reimpiegate nella conduzione dell’orto.
La resilienza è viva nei piccoli movimenti che il progetto può avanzare e ogni volta sorprende come nella semplicità reinterpretativa della tradizione, in cui si rivelino soluzioni inaspettate, sincere e rispettose, che rigettano solo ciò che non è necessario e si inviluppano nella morfologia di radici planimetriche proprie, rispettando consonanze materiche, ed accogliendo finiture realizzate su misura, come ornamenti dedicati.
Nome progetto | FONTANELLE, STOPPIACE, AL SOLE
Progettisti | arch. Matteo Fiorucci – ARCOSTUDIOS
Località | Perugia
Committente | Privato
Anno | Fontanelle 2006-2009, Stoppiacce 2016-2020, Al Sole 2008-2022