Questo è un omaggio a Cristina Donati. La ringraziamo profondamente per averci onorati con un meraviglioso pezzo per il nostro catalogo che ci ha aperto le porte alla sua visione del disegno e dello spazio architettonico, e per essere stata parte importante dell’Advisory Board del Padiglione Italia 2021. Siamo addolorati di non poter godere oltre della sua professionalità impeccabile e della sua innata gentilezza. Per questo vogliamo dedicarle un articolo sul nostro Resilient Mag. Ringraziamo il Prof. Gurrieri e la Presidente dell’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze, la Prof.ssa Acidini e il Prof. Sartoni, per averci regalato un suo sentito e toccante ritratto, rendendole omaggio come meglio non avremo saputo fare.

TRA OXFORD E FIRENZE

LA SINGOLARE TESTIMONIANZA CRITICA DI CRISTINA DONATI 

 

Quasi a ripercorrere l’itinerario che fu già di John Ruskin, Cristina Donati era tornata nella sua città natale, continuando a esercitare la sua raffinata e documentatissima critica architettonica sulla contemporaneità. Ma con una cifra che non era solo quella – consueta – della lettura dell’involucro formale (e magari anche funzionale), fermandosi sistematicamente anche sulla ratio tecnologica dell’opera e sui suoi dettagli, secondo una confidenza scientifico-tecnica che le derivava dalla frequentazione con Romano Del Nord (Studio CSPE), illuminato docente di Tecnologia dell’Architettura e di Tecnica ospedaliera nella Facoltà di Architettura di Firenze.

Cristina Donati (scomparsa nel marzo scorso) era una delle rare critiche di architettura contemporanea, apprezzata a livello internazionale. Aveva costruito le sue estese conoscenze a Oxford e a Londra, collaborando anche con lo studio di Richard Rogers. Molto importanti le sue monografie sullo star system (Foster, Wilkinson, Rogers, Hanzah & Yeang, Grimshaw) e la sua collaborazione a numerose e prestigiose riviste. In Italia collaborava al “Giornale dell’Architettura”, sempre su problemi e realizzazioni di avanguardia, collocando i casi trattati nel contesto del dibattito internazionale. In questo senso, resta fondamentale il suo “Perspectives on Architecture”.

Aveva studiato nella Facoltà di Architettura di Firenze, conseguendo il dottorato di ricerca con Franco Borsi sulle “Lezioni fiorentine e bolognesi di Giovanni Michelucci”, conservate alla Fondazione di Fiesole.

La sua cultura, la sua intelligenza e la sua grazia le avevano valso la stima delle università americane a Firenze, dalla Kent alla Gonzaga, alla Florence Academy. Per l’Accademia delle Arti del Disegno stava preparando un convegno internazionale sulla Teoria dell’Architettura. Purtroppo, se n’è andata per un fulminante male incurabile, lasciando un incolmabile vuoto negli studi contemporaneistici e nell’affetto degli amici.

Ma Cristina era soprattutto una creatura gentile, riconducibile alla stagione dello stilnovo, dove il profilo creaturale (per usare un termine caro a Mario Luzi) si avvertiva come testimonianza di vita cortese, di civile vita di relazione: qualcosa che, da tempo, sembra ormai scomparso.

Sorridente, dal volto aperto, viva. Viva di una vita generosa, aperta all’amicizia, al dialogo, coinvolgente. Selettiva come studiosa, preparatissima nel suo settore disciplinare, profonda conoscitrice dell’architettura contemporanea nel mondo, che non sarà facile sostituire.

La ricorderemo, col suo elegante incedere, quasi altro capolavoro marmoreo fra i monumenti di città, testimone di una possibile umanità migliore.

TESTO DI FRANCESCO GURRIERI

Durante il mio mandato di presidente dell’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze, Cristina Donati ha portato in quest’antica istituzione una fresca ventata di energia e di creatività, nel segno di quella instancabile propensione a concepire e a curare iniziative e progetti, che ha caratterizzato la sua presenza in tante altre situazioni, in Italia e in Inghilterra.
Ricordo Cristina impegnata, con ingegno brillante ma anche con sorridente ed elegante levità, a favorire conoscenze, scambi, dialoghi prestigiosi. Fu lei a creare le condizioni affinché Sir Richard Rogers, col quale aveva collaborato, accettasse l’invito della nostra Accademia e tornasse a Firenze per un memorabile incontro pubblico, il 21 giugno 2018.
Ancora su di lei si poté contare per l’organizzazione di un convegno dedicato al sesto secolo dalla fondazione dello Spedale degli Innocenti nel 1419, che vide partecipi, oltre all’Accademia, l’Istituto e la Fondazione degli Innocenti e la Fondazione Istituto Internazionale di Storia economica ‘F. Datini’ di Prato. Sollecitata sui temi che più le stavano a cuore – l’architettura, la città, l’accoglienza nel sociale – Cristina diede il suo contributo con passione, tenendo insieme con garbo e sicurezza gli argomenti e le persone in un programma di alta qualità: doveva esser lei a curare gli atti della giornata, ma il rapido progresso della malattia glielo impedì.
Nel frattempo, avevamo visitato insieme l’Accademia d’arte americana con la quale era in contatto, gettando le basi per una bella mostra nella sala accademica, avevamo impostato il convegno a cui molto teneva sulla teoria dell’architettura, avevamo sognato insieme casi virtuosi di rigenerazione urbana e altro ancora.
Molto generoso e proficuo è stato il suo apporto di Accademica corrispondente della Classe di Architettura, e ancor più lo sarebbe stato se le fosse stata concessa vita più lunga. Resta con noi il suo lascito di cose pensate e fatte, con impronta ferma e gentile.

TESTO DI CRISTINA ACIDINI