“Comunità Resilienti” è un tema di forte interesse per Iris Ceramica Group, che già negli anni ’70 lanciava la sua equazione Ecologia=Economia.

How Will We Live Together? Come vivremo insieme, si chiede Hashim Sarkis, curatore della 17. Mostra Internazionale di Architettura di Venezia, che dopo una serie di rinvii dovuti alla situazione pandemica, si è aperta il 22 maggio scorso.

Facendo propria la spinta di chi ha voluto confermare questa importantissima manifestazione internazionale, che nel suo spirito fondativo riunisce e consolida le relazioni di tanti paesi nel mondo attraverso discipline come l’arte e l’architettura, Iris Ceramica Group ha deciso di partecipare quale Main Sponsor del Padiglione Italia.

“Chiediamo agli architetti di immaginare degli spazi nei quali vivere generosamente insieme” spiega Hashim Sarkis, assegnando al progettista il ruolo essenziale di “custode del contratto spaziale”. In un momento in cui tutti abbiamo ancora paura alla sola idea di avvicinarci all’altro, tanto più al pensiero di vivere insieme, Sarkis spinge ad avere fiducia negli architetti. Ad essi il compito e la responsabilità di ragionare su come torneremo a stare insieme e a condividere, su quali luoghi ci consentiranno di farlo o su come invece la situazione pandemica influirà sulla nostra percezione dello spazio pubblico. Ma sottolineando quel We, il curatore della XVII Biennale di Architettura di Venezia lascia intendere che sia tracciata una strada comune, che non rappresenti l’estro personale, ma che invece, per esempio, sia fondata sulla partecipazione e sulla valorizzazione di casi già sperimentati, dove la trasformazione della comunità ha consentito di risolvere insieme i problemi. L’idea, dunque, che il contratto spaziale sia un qualcosa di non semplicemente fisico, ma anche economico e sociale e che l’architettura debba aiutarci a definire relazioni e interazioni. E questo è un tema venuto a galla già prima della pandemia da Covid-19 e che riguarda da un lato l’agenda politica e dall’altro la crisi climatica e la sopravvivenza del pianeta.

Così il legame forte tra il mondo dell’architettura e quello dell’industria, attraverso il quale i progetti diventano concreti e creano opportunità, assumendo un ruolo trasformativo nella vita delle persone, diventa un richiamo per quelle aziende che ne fanno da tempo uno dei principali orientamenti.

Iris Ceramica Group, gruppo industriale italiano specializzato nella produzione di superfici ceramiche dalle importanti caratteristiche estetiche e tecniche, associa da anni i suoi brand a manifestazioni di livello internazionale. Lo scopo della partecipazione a eventi culturali, come la Design Week di Milano e di Bologna, la settimana dell’arte di Berlino, è quello di far conoscere non soltanto i propri materiali, ma la cultura del progetto in assoluto. Già presente alla scorsa edizione della Biennale di Venezia (2019), in qualità di sponsor tecnico del Padiglione Italia curato da Mario Cucinella, l’azienda italiana ha deciso di rinnova in questo momento il proprio impegno con la Mostra Internazionale di Architettura nella ferma convinzione che la cultura possa essere una strada di rilancio e un motivo di coesione delle comunità. Emblematico in questo senso il titolo dell’esposizione al Padiglione Italia di quest’anno, “Comunità Resilienti – Resilient Communities”, scelto dal curatore Alessandro Melis, il quale lancia un appello a ridurre la pressione sull’ambiente, a lavorare a livello strategico al fine di rifondare quel patto tra la società e la natura che la accoglie, oggi fortemente sbilanciato.

Un tema che torna spesso nelle dichiarazioni d’intenti e nei processi messi in atto da Iris Ceramica Group, una realtà industriale orientata alla sostenibilità fin dalle sue origini. Negli anni Settanta, quando ancora era raro sentir parlare di tematiche ecologiste, il fondatore del gruppo, Romano Minozzi, coniò l’equazione Ecologia=Economia, che divenne una bandiera nel processo di crescita aziendale. Negli ultimi anni il gruppo ha intrapreso un percorso di responsabilità che già nel 2018 lo ha condotto al traguardo di produzione a emissioni zero, nell’ottica di conciliare produzione e benessere dei cittadini che vivono nei pressi degli stabilimenti produttivi. Con ACTIVE SURFACESTM ha messo a punto una metodologia che rende possibile la realizzazione di superfici ceramiche in grado di svolgere un’azione antibatterica e antivirale e di riduzione dei fattori inquinanti. Grazie ad un processo di fotocatalisi con biossido di titanio addizionato con argento (una tecnologia coperta da due brevetti europei), queste superfici diventano autopulenti, eliminando inquinanti, agenti microbici (virus, batteri, funghi e muffe) e cattivi odori.

Una ricerca orientata al benessere delle persone nei luoghi del privato, del lavoro e della condivisione che è una conquista ancora più importante oggi, in cui le nostre interazioni con gli altri sono vincolate alla possibilità di accedere con fiducia ad ambienti igienizzati. Su questa spinta, un recente studio condotto sulle superfici ACTIVE SURFACESTM da parte del Dipartimento di Ricerca e Sviluppo Active di Iris Ceramica Group, in collaborazione con il comitato tecnico-scientifico del Dipartimento di Scienze Biomediche, Chirurgiche e Odontoiatriche e del Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università degli Studi di Milano, ne ha verificato le proprietà antivirali contro il Coronavirus SARS-CoV-2 (responsabile del Covid-19). I dati ottenuti hanno evidenziato la capacità di eliminare il SARS-CoV-2 al 94% in seguito a solo 4 ore di esposizione a luce UV a bassa intensità (luce naturale e lampadine tradizionali). Questo risultato significativo segue le Certificazioni ISO (ISO 21702 – ISO 18061) già ottenute sul materiale in merito a quattro ceppi virali molto noti, quali le Influenze pandemiche H1N1 e H3N2, l’Enterovirus 71 e il Poliovirus.

La manifestazione veneziana è un palcoscenico di confronto imprescindibile in cui gli architetti provenienti da ogni parte del mondo stanno suggerendo ai politici nuove e più eque strade verso il cambiamento. La partecipazione di Iris Ceramica Group quale main sponsor della 17. Biennale di Venezia è dunque una scelta in linea con un percorso evolutivo fondato sull’innovazione, sul coraggio e sul senso di responsabilità.