Il “Sud Globale”, dai primi anni del Ventunesimo secolo, si presenta sempre più, anche nella coscienza e nella conoscenza collettiva, come un mondo non definibile geograficamente: non associabile ad un luogo o ad un popolo preciso.
Il S.G. è, infatti, individuabile all’interno di realtà dinamiche che richiedono agilità di pensiero e studi interdisciplinari.
Le attuali, radicali e improvvise, mobilità sociali ed economiche, le emergenze sanitarie, le instabilità politiche, le rapide evidenze di crisi climatiche diffuse, sono fortemente congiunte tra loro.
Si tratta di una reciproca influenza mondiale, di una delicatissima compensazione all’interno del sistema ambientale che include le nostre stesse vite.
Capita così che scelte apparentemente locali vadano a minare, di rimbalzo, aspetti quotidiani della nostra sussistenza e creino distorsioni fondamentali, quasi irreversibili e drammatiche, per la sopravvivenza stessa del genere umano. Gli architetti Giovanni Betti e Katharina Fleck hanno intercettato, in un paesaggio alpino insospettabile, un esempio lampante delle contraddizioni comportamentali messe in atto davanti a condizioni ambientali duramente precarie.

di Paola Ruotolo.

Credits video: The invisible mountain
Concept, Direction and Screenplay: Giovanni Betti and Katarina Fleck
Camera and video editing: Jonas Illigmann
Archival footage curtesy Consorzio Pontedilegno-Tonale
With the support of the University of the Arts (UdK) Berlin