Paolo Cucchi | PAVILION PONDEROSA | Malesia-Italia

Attraversando l’oceano ci portiamo verso l’affascinante terra dai climi caldo asiatici, la Malesia, regione nota per la sua inclusività etnica, in cui si contempla la dualità di incontaminati sistemi naturali e paesaggistici, mescolati a luoghi urbanizzati di mischiati architetturali della tradizione islamica, buddista ed induista, moderna e contemporanea, dove si elevano in adiacenza sofisticati grattacieli ed eleganti architetture dalle qualità estetico-ambientali.

 

In questi luoghi la gente amava vivere prevalentemente all’aperto e la forte tradizione comunitaria, che sin dalle origini l’aveva legata nella quotidianità del kampung, villaggio originario, si era mantenuta negli anni con uno stesso fondamentale carattere di condivisione, manifestandosi nel bisogno e nel piacere dello scambio giornaliero con i vicini. La casa solitamente di tipo mono familiare, ha sempre offerto grande osmosi con l’esterno ed il circondario, mentre la nuova, dilagante verticalità ha rappresentato un sovvertimento di quelle abitudini che erano nutrite dal contesto naturale come fonte primaria di interattività.

 

Nel progetto presentato si vuole creare un’idea di porosità e rifugio ed al contempo continuità di apertura verso il territorio tropicale, con una costruzione in posizione leggermente elevata tra due aree ricreative, dedicate ad attività sportive, che adempia a funzione di “cucitura”, ma allo stesso tempo si integri ad un’abbondante vegetazione, come unione armoniosa. Nel grande spazio disponibile, il proprietario chiede di disporre un angolo di cura, dove trovare pace dall’intensità della vita quotidiana, da condividere con amici, organizzando l’area prossima un suo fabbricato, con piscina, campo da tennis e abitazione, ma inizialmente pensando di utilizzare impianti tecnici per mitigare il clima equatoriale caldo-umido.

 

L’edificio di PAVILION PONDEROSA nella SEMPLICITÀ FORMALE crea un naturale rituale del vivere domestico, che conduce alla meta della nobile e preziosa risorsa di acqua, che si fa struttura di progetto ed al contempo materiale simbolico, che si intreccia al padiglione il cui volume fluttua leggermente sulla risorsa corrente che si muove con un ritmo apparentemente infinito nei getti vivaci lungo la recinzione, conferendo costante freschezza. Piani vivi che si uniscono al ritmo di piovosità di questo clima.

 

Grandi porte scorrevoli invitano al soggiorno-pranzo per sedersi nell’arioso ambiente che percettivamente s’immerge nel verde, qui suggestioni visive ed acustiche si uniscono all’unisono, amplificano il piacere fisico di sentire la natura. Un ambiente costruito percorso con un alternato incontro di SPAZI confinati ed aperti, che si distribuiscono da un fulcro più pubblico, e si elevano all’esterno con graduali tracciamenti di prospettive, definendo visuali di un prima e di un dopo che fanno percepire un’espansività dell’ambiente costruito attraverso passaggi di soglie sempre più piccole e limiti sempre più trasparenti, luoghi che ammettono emozioni, e garantiscono privacy e sicurezza. La modulazione della luce naturale mantiene intatta l’atmosfera di intimità, entrando attraverso le grandi aperture e definite trasparenze negli ambienti interni, mentre all’esterno quest’ultima esalta ritmicamente la composizione di volume, piani e le vibrazioni materiche delle superfici.

 

La composizione PLANIMETRICA si disegna in chiari rapporti geometrici richiamando la fusione di due riferimenti Casa Tugendhalt e il Padiglione di Barcollona di Mies van der Rohe. Alla base un tracciato, su cui s’imposta un’apparente simmetria di frammenti quadrangolari, il cui equilibrio si spezza nei bilanciamenti spaziali concessi all’estremità delle due ali private e più chiuse, di camera e benessere. Le linee precise dei profili disegnano la copertura del volume con la prospiciente pensilina ribassata, che si fa soglia esterna verso la piscina, ordine di piattaforma di Casa Farnsworth, un lavoro sartoriale connaturato al contesto.

 

Una consonanza EMPATICA tra architettura e paesaggio, strettamente fusi tra loro, che offre un insieme armonico dove acqua, verde e luce giocano il ruolo primario di rigenerazione. Temi tropicali, proposti con un linguaggio che traccia un’idea di esperienza sensoriale strettamente connessa alla bellezza della natura e il suo rasserenante potere calmante. Un legame che il corpo dell’architettura integra come strategia ambientale, nella sua morfologia compatta e porosa, richiamando la nostra tradizione mediterranea. Il volume ha un prevalente sviluppo lineare che orienta i lati principali in direzione nord-est e sud-ovest ad intercettare raggi solari e venti. La morfologia è il più efficace modello per i climi caldo-umidi, favorendo la ventilazione naturale dall’ambiente poroso del soggiorno e filtrando con un setto ad angolo esterno il soleggiamento a ovest. Il piano in elevazione e lo specchiato piano in copertura modulano l’ingresso dell’irraggiamento solare, la copiosa acqua piovana viene raccolta in cisterna e riutilizzata per i reflui.

 

Il progetto rappresenta la soddisfazione di aver dimostrato al cliente, assolutamente convinto della necessità del raffreddamento meccanico, come, ricorrendo ad alcuni accorgimenti, in parte dettati dalla tradizione ed in parte da un attento esame della locazione, che dal controllo climatico ed una pianificazione spaziale, è stato possibile garantire un ambiente ombreggiato e ventilato, piacevolmente vivibile sia durante il giorno, momento più critico, sia durante la sera.

 

I MATERIALI rafforzano l’eleganza dell’opera, come il travertino che avvolge il volume del padiglione esprimendo monoliticità. La pietra grigio terra riveste pareti e pavimento dello spazio benessere che unita alla rigorosità dei profili crea un ambiente neutro di energia profonda, in sintonia con la filosofia del benessere. Leggeri filari di bambù corrono lungo le pareti, creando uno sfondo verdeggiante ed ombreggiate nella camera da letto.

 

Un progetto estetico ed etico, nel dimostrare al cliente che le scelte di forma hanno generato qualità ambientale ed autosufficienza energetica della casa, così come la tradizione insegna e nell’opera deve essere implicita.

L’alta qualità esecutiva, ci parla di controllo del cantiere e manodopera locale, guidata fianco a fianco dall’architetto. In Malesia non tutte le maestranze hanno l’attenzione all’esecuzione che caratterizza la cultura italica, ma al contempo riconoscono l’architetto come unico referente del cantiere, che coordina progettualmente l’opera e la fase di esecuzione.

 

 

 

 

 

Nome progetto | PAVILION PONDEROSA

Progettisti | arch. Paolo Cucchi | PAOLO CUCCHI ARCHITECTS

Località | Johor Bahru, Malaysia

Committente | Privato

Anno | 2016