Alberto Lessan & Jacopo Bracco | SUPERLAB BICOCCA | Italia-Milano

di Jacopo Bracco, Alberto Lessan e Valentina Radi

 

Breda Siderurgia rappresenta dal 1951 al 1992 il riferimento del settore siderurgico in Italia a scala internazionale. I suoi stabilimenti lasciano le proprie tracce al termine delle relative attività produttive e direzionali nell’area di espansione urbana a nord-est di Milano, oggi quartiere Bicocca. Area simbolo, un tempo popolata da classi operaie, dove sorgevano grandi industrie come Pirelli, Marcegaglia, la stessa Breda, Magneti Marelli, che tuttora rimane un quartiere produttivo importante, ma in trasformazione a seguito dello sviluppo di tutta la città.

 

A partire dal 1991, il quartiere è diventato un polo universitario con l’Università degli Studi di Milano Bicocca accogliendo numerosi interventi tra cui il Teatro degli Arcimboldi di Vittorio Gregotti ed il museo di arte contemporanea Hangar Bicocca. Il processo di modificazione raggiunge anche i fabbricati Breda che dovranno rimettersi in relazione con la porzione di città adiacente connettendosi al sistema universitario ed economico a scala territoriale. Questo passando attraverso la loro completa riqualificazione architettonica ed ambientale, mantenendo la destinazione ad uso ufficio, in consonanza alle attività terziarie dell’intero ambito urbano.

 

Il progetto SUPERLAB BICOCCA pertanto, sviluppa un’idea di riqualificazione di questi edifici, nelle loro strutture e involucro, lavorando sia sugli interni che sugli esterni. Un lavoro sostenibile da un punto di vista ambientale e tecnico, prefigurando un risultato estetico, ricercato nel linguaggio e che sia certificato a livello internazionale LEED Gold Compliant. Un progetto che valorizzando le peculiarità proprie delle strutture, lavora fra manutenzione ed effimero su corpi edilizi della lunghezza complessiva si 100 ml, strutturati su tre piani fuori terra e un seminterrato, per un totale di 6.500 mq di superfici.

 

Lo studio preliminare sugli edifici scopre uno stato di fatto interessante sugli elementi portanti del fabbricato, esili componenti in ferro, inizialmente protetti da contropareti e controsoffittature. Dai calcoli strutturali emerge che non vi era un kg aggiuntivo di ferro rispetto a quanto staticamente necessario per struttura e carpenteria, di fatto da vera sede di industria metallurgica, questa aveva dimostrato come il dimensionato efficiente ed ottimizzato delle sezioni dei profili HE dei pilastri, e delle travi reticolari nelle due direzioni, fosse sostenibile e controllando nell’uso del materiale impiegato, componendolo in una trama spazialmente interessante. Si era operato come in natura, ovvero utilizzando quanto serve senza eccedenze quantitative e dimensionali.

 

L’approccio al progetto è stato quello di salvaguardare la struttura metallica, portarla alla luce, evidenziarla e mostrare la sua tensione costruttiva. L’edificio si caratterizza per un basamento di calcestruzzo armato, che è seminterrato da un lato e fuori terra dall’altro, e questa caratteristica ha generato la seconda forte scelta progettuale, che è anche programmatica, lavorare sul tema dell’impreciso, imperfetto, alimentando l’aspetto del non finito. La scelta programmatica è stata quella di trasformare gli ambienti di piano seminterrati, magazzini e cantine, in hall, reception e zona attesa in doppia altezza per creare un’ampia accoglienza e spazio fruibile per l’incontro e il lavoro.

 

Nella doppia altezza l’area è divisa da una passerella leggera che collega due aree a piano primo, mentre ai livelli superiori vi sono due grandissimi spazi collegati direttamente alla copertura calpestabile. Proprio nella copertura e nel cortile interno si lavorerà con l’integrazione verde; nella prima lo spazio esterno diverrà un’area arredata con vegetazione e orti, mentre all’interno il cortile sarà riqualificato attraverso un progetto paesaggistico, ed una nuova viabilità pedonale e ciclabile sul lato strada.

 

Raffinato e tecnico il pensiero sulla facciata, che si pone l’obiettivo di indebolire la monumentalità dei corpi scala in calcestruzzo e la chiusura del fronte originario, per i quali sono stati rimossi i pannelli in cls esistenti di facciata, è mantenuta la sottostruttura a T in ferro. Importante il lavoro sul coronamento, attraverso una quinta in carpenteria metallica, che alza visivamente e virtualmente l’edificio di un piano fuori terra, e tramite reti diventa anche parapetto. Questa si connette alla facciata esistente attraverso i montanti del nuovo curtain wall di prospetto, su cui si sviluppa un unico foglio continuo, traslucente e morbido, che ricompone esternamente il fabbricato in un unicum sull’altezza massima del profilo, per ritrovare continuità longitudinale caratterizzando il fronte con una trama materico-cromatica autonoma. Le proporzioni del fabbricato di fatto rimangono inalterate.

 

Sarà il primo edificio mai costruito ad avere una facciata continua in gomma ad hoc dai progettisti per questo intervento e futuro brevetto congiunto con la ditta che si sta occupando della sua realizzazione. Primo caso di finitura e montanti esterni in gomma. La scelta del materiale deriva dalla voglia di sperimentare, ma anche dal luogo e dal carattere. Infatti l’edifico SUPERLAB BICOCCA avrà tre principali materiali che derivano dalle fabbriche di quartiere: il Ferro (Breda Siderurgica), la Gomma (Pirelli) e il vetro della vicina VetroBalsamo.

 

Qualità che investono anche gli interni, lasciando la struttura portante a vista, affinché ogni piano reagisca liberamente con lo spazio, la luce, e il contesto, anche in relazione ai colori inseriti in modo misurato come applicazione in superfici di cromie tenui, o pannelli di composizione spaziale. In particolare, il Piano Zero è caratterizzato dalla materia del cemento, il piano primo è Verde, il Piano secondo è Giallo e il Piano terzo è Corallo. Il colore non arriva subito, ma si aggiunge solo dopo la progettazione quale parte dalla spazialità e dalla materia, poiché il progetto inizialmente è neutro, avendo come base i materiali esistenti di cemento, legno, acciaio, a queste superfici originarie si aggiunge il dato cromatico per riequilibrare precettivamente la fruizione degli spazi, la loro caratterizzazione e riconoscibilità.

 

La raffinata, essenziale ed audace riqualificazione architettonica è chiara manifestazione di ricerca, innovazione, leggerezza, luce, colore, in cui le cromie e la gomma si fanno intrinseco ornamento, mentre il metallo si mostra come rinnovato linguaggio e significato pur rimanendo sé stesso. Si rilancia quel balance necessario fra uso delle risorse, obiettivi architettonici, qualità del vivere, qualità ambientale e sostenibilità, un intervento sull’esistente come architettonica effimera.

 

 

Nome progetto | SUPERLAB BICOCCA

Progettisti | BALANCE ARCHITETTURA

Località | Milano

Committente | Privato

Anno | 2020-2022