Giovanni Fiamingo | REVERSE ARCHITECTURE | Italia-Milazzo

di Valentina Radi

Lungo le terre del dio Sole, nella Peninsula Aurea bacino del Mediterraneo, a tracciare le rotte di Ulisse nello sbarco a Milazzo REVERSE ARCHITECTURE disegnano un integrato modo di vivere la Baia del Tono e il Lungomare di Ponente, proiettandosi sullo scenario delle Isole Eolie e la Grotta di Polifemo, per rendere fruibile la terra che ci ricorda la mitologica liberazione dei venti di Maestrale e Ponente e l’incontro con i Giganti.

 

I modelli edilizi perseguono le “Linee guida per la redazione dei Piani di utilizzo delle aree demaniali marittime da parte dei comuni costieri della Sicilia” del 2016 esplorando le potenzialità di piccoli manufatti progettati con scelte formali e tecniche oltre i limiti della precarietà, ma concessi dalla normativa, indagando opportunità architettoniche e paesaggistiche. E in uno spirito di sostenibilità architettonica ricerca variazioni sul tema di durevole-temporaneità compresa nella ridondanza e spontaneità dell’architettura mediterranea, rileggendo e scomponendo i principali archetipi del luogo, il recinto, l’edificio compatto-articolato e l’hortus conclusus.

 

REVERSE ARCHITECTURE vogliono creare un volano che potenzi economicamente l’area, migliorando la fruizione ed accessibilità di utenti di ogni generazione che già frequentano il litorale di Milazzo. Insieme definiscono un nuovo equilibrio fra l’intervento antropico esistente ed adiacente e un percorso pubblico attrezzato, con cinque tappe che definiscono l’estensione della città disegnando il suo affaccio verso il mare. Interpretando programmi di funzioni legati all’accoglienza, ristoro e servizi balneari di ristorante, bar, pizzeria, cabine per balneazione e aree esterne per eventi, quali la realizzazione di chioschi, sale ed esterni di aree aperte libere, in un’alternanza di configurazioni architettoniche percepibili come rovesci architetturali che fioriscono nella percezione lungo il cammino sulla battigia e sul viale urbano. Le opere in relazione alle peculiari destinazioni esplorano opportunità figurali e di osservazione del paesaggio e dei suoi cambiamenti.

 

Le progettazioni/realizzazioni di LAPILLI, LE CUPOLE, HORIZON e degli altri interventi che compongono lo scenario composito di REVERSE ARCHITECTURE, hanno come riferimento la solidità, continuità e permeabilità che trasmettono il Lido di Mortelle, dell’arch. Rovigo e il Lido di Reggio Calabria di Pierluigi Nervi, distinguendo due approcci essenziali, la combinazione su area libera di corpi architettonici compatti-articolati o la definizione di un limite non valicabile visivamente e percettivamente dalla strada ma aperto verso il mare a celare il sorprendente luogo del vivere. Questo in un’alternanza continua delle tipologie, percependo alternativamente l’idea di piccolo villaggio aperto oppure chiuso.

 

I corpi edilizi liberi sono composti da un nucleo solido da cui si dispiega un’estensione di piani e strutture puntiformi che gradualmente escono diventando aperture, pergolati, strutture protettive, in un sequenziale schiudersi verso il mare. L’idea di corte riversa e compatta, si prefigura nelle spezzate soluzioni di continuità del limite costruito che all’esterno rende l’insieme dell’opera compatta, chiusa, lasciando gradualmente scoprire l’ingresso. Internamente la soluzione planimetrica organizzativa s’imposta su una trama geometrica e di allineamenti che ordinano le relazioni fra possibili piani di verde, piani pavimentati e architetture di progetto, in un gioco di mutue interazioni. Si prevede la sistemazione a verde di porzioni di area con l’inserimento di una natura geometrica come negli antichi giardini italiani. L’articolazione a giardino dello spazio esterno, si relaziona con il sole diventando confortevole spazi d’ombra a bilanciare il microclima in periodo estivo, a volte estendendosi su dislivelli esistenti e creando balconi belvedere affacciati sul mare. Una strutturazione sempre regolare-ordinata fra elementi, singoli corpi, o insiemi di componenti, disposte su griglie effimere a terra e tracciate in verticale da strutture lignee impermanenti, a comporre una confortevole e sorprendente accoglienza. Torna alla mente Odisseo:

 

“[…] Porte d’oro la solida casa dentro chiudevano,

d’argento s’alzavano su bronzea soglia gli stípiti;

e l’architrave di sopra era d’argento, d’oro l’anello […]”

“[…] Fuori, poi, dal cortile era un grande orto, presso le porte,

di quattro iugeri: corre tutt’intorno una siepe.

Alti alberi là dentro, in pieno rigoglio,

peri e graniti e meli dai frutti lucenti,

e fichi dolci e floridi ulivi;

mai il loro frutto vien meno o finisce […]”[1]

 

Tutti i manufatti utilizzano gli stessi materiali che sottolineano la continuità di linguaggio.

Applicati con l’uso della tecnologia costruttiva di strutture metalliche e sistemi di ancoraggio a terra in micropali ad elica estraibili. Fondazioni che garantiscono solidità agendo puntualmente in profondità. In alzato il sistema di chiusura e finitura delle partizioni verticali esterne, dei recinti e pavimentazioni in legno sono lavorate con una tecnica orientale di stabilizzazione materica della superficie lignea al fine di renderla più resistente alla salsedine per mantenere un equilibrio architettonico, in un approccio sostenibile ed eco-compatibile.

Ogni componente di pavimentazione, rivestimento, pilastri e travi nelle diverse aree di sosta è a secco, scelta che permette facile rimozione dell’opera, attraverso lo smontaggio di pannelli di vario formato, anche appoggiati o immersi nel piano erboso, a definire un parterre cromatico. Il sistema di illuminazione è a basso impatto ambientale, nel rispetto delle caratteristiche naturalistiche e vincolistiche dell’area d’intervento.

 

L’appropriazione di luoghi geomorfologicamente in divenire, l’inserimento di corpi a supporto di ristoro e accoglienza in adiacenza ad attività sportive come integrazione ai servizi di città, sono strumento di rivitalizzazione di luoghi, agendo in modo leggero ed incisivo senza alterare gli equilibri di ecosistemici.

 

 

 

 

 

 

 

Nome progetto | REVERSE ARCHITECTURE

Progettisti | arch. Giovanni Fiamingo e arch Giovanna Russo | NEXTBUILD

Località | Milazzo

Committente | Privato

Anno | 2016/2020

 

[1] IV Odissea, VII, 81-132. La reggia e l’orto di Alcínoo